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Immagine del redattoreRomina Rosso

Winston Churchill: un pittore autodidatta



Frank Scherschel, Churchill painter, TIME Life Picture, Getty images

Il 1 marzo 2021 la casa d’aste Christie’s, nelle sue vendite serali di Arte Moderna Britannica, ha battuto un record clamoroso di 8,285,000 sterline per un’opera intitolata Tower of the Koutoubia Mosque (La Torre della Moschea di Koutoubia). L’opera fu venduta ad un prezzo quattro volte superiore alla sua stima di mercato forse per il fatto che apparteneva alla collezione dell’attrice americana Angelina Jolie ma soprattutto per il prestigio del suo autore Sir Winston Churchill.

Winston Churchill si avvicinò alla pittura tardi all’età di 40 anni dopo una profonda crisi professionale e personale avvenuta nel 1915 dopo il disastroso fallimento della spedizione dei Dardanelli per il quale fu incolpato. Da capo dell’Ammiragliato fu declassato a Cancelliere del Ducato di Lancaster. Churchill depresso dagli avvenimenti e preoccupato per la direzione che la sua carriera stava prendendo decise di dimettersi e ritirarsi. In giugno, affittò una casa di campagna Hoe Farm in Hascombe in Sussex per un periodo di vacanza con vari membri della sua famiglia tra cui la cognata Lady Gwendoline ("Goonie") Churchill. Goonie era un’artista amatoriale che amava dipingere con gli acquarelli e un giorno invitò Winston, che la stava osservando con attenzione, a prendere in mano i pennelli e a provare a dipingere.

Fu immediatamente affascinato e la pittura divenne un hobby che lo segui per tutta la sua vita. Apertamente ammise che la pittura come la scrittura gli ridavano vitalità e divennero un antidoto contro la depressione. Dichiarò che senza la pittura non avrebbe vissuto, la pittura rallentava i ritmi forsennati della sua vita eliminando i molti stress della sua normale routine.

Iniziò con gli acquarelli ma presto passò ai colori ad olio, considerato un medium più robusto e adatto a lui e ricevendo consigli da alcuni dei migliori pittori dell’epoca Sir John Lavery, Sir William Nicholson, Walter Richard Sickert e Paul Maze.

Ritornato sul campo di guerra si portò con sé tutti gli strumenti pittorici dipingendo i paesaggi olandesi o le Piramidi egiziane quando fu nominato Segretario di Stato delle Colonie nel 1921.

Nello stesso anno fu esibita nella Galleria Druet a Parigi la prima mostra pubblica dei suoi dipinti, sotto lo pseudonimo di “Charles Morin” e diversi dei suoi paesaggi furono venduti per il valore di 30 sterline ciascuno.

Dopo questo successo scrisse due articoli per The Strand Magazine intitolati Hobbies and Painting as a pastime (Hobbies e la pittura come passatempo). Scrisse: “solamente dipingere è un grosso divertimento. I colori sono deliziosi da guardare ma ancora più piacevoli spremerli fuori. Mescolarli, anche non precisamente, con quello che uno vede è affascinante e completamente assorbente” e “quando uno lentamente comincia a sfuggire dalla complicata scelta del giusto colore e stenderli nelle posizioni e nella maniera giusta, più profondi pensieri sopraggiungono. Uno incomincia a vedere, per esempio, che dipingere è come lottare; e cercare di dipingere un quadro, Io suppongo, è come provare a combattere una battaglia”.

Churchill consiglia “audacia” nella pittura. Da militare volto alla pittura immaginava la sua battaglia con spaventose tavole vuote e bianche come una battaglia di volontà, che deve essere vinta dallo stravolgente dispiegamento di colori forti ed esuberanti forze delle pennellate. Come descrive in questi articoli dipingere non era solo una terapia e uno svago: la tela deve essere piegata e conquistata, controllata e subordinata.

La sua pittura è impressionista dominata puramente dal colore e dal paesaggio “Uno è sorpreso da quante cose ci siano in un paesaggio, e tutti i dettagli in esso, che nessuno aveva notato prima”.

Churchill dipinse sempre fatta eccezione solo per il periodo che fu Primo Ministro durante la Seconda Guerra Mondiale dove ammise di aver dipinto un solo quadro Tower of the Koutoubia Mosque (La Torre della Moschea di Koutoubia), il quadro che ha fatto il record da Christie’s.

Winston Churchill, la Torre della Moschea di Koutoubia, 1943, collezione privata

Il quadro in realtà ha una importanza storica fondamentale. Venne realizzato in un punto di svolta della Seconda Guerra Mondiale nel gennaio 1943. Churchill si trovava in Casablanca per discutere l’alleanza Anglo-Americana con il presidente americano Franklin D. Roosevelt e studiare la futura strategia militare.

Dopo 10 giorni di negoziazione si decise che la Germania, l’Italia e il Giappone dovevano arrendersi incondizionatamente.

Per sconfiggere la Germania Nazista, la Gran Bretagna dipendeva interamente nella forza dell’alleato americano. Concluso il patto il presidente Roosevelt era desideroso di ritornare negli Stati Uniti ma Churchill lo invitò a restare un altro giorno in più dicendogli. “Non puoi aver fatto questo lungo viaggio fino in Nord Africa senza aver visto Marrakech” e continuò “devo essere con te quando vedrai il sole scendere sulla catena montuosa dell'Atlante”.

Winston Churchill e Roosevelt nella Villa Taylor di Marrakesh il 24 January 1943, foto di Time Life

I due politici soggiornarono nella Villa Taylor a Marrakesh da dove dalla sua torre alta cinque piani poterono osservare lo spettacolo della luce del tramonto che cambiava ogni minuto sulla catena montuosa dell’Atlante.

Roosevelt fu incantato dal paesaggio e da questo momento di riposo e di pace dalla traumaticità della guerra.

Il presidente americano Roosevelt il giorno seguente partì ma Churchill si fermò un giorno in più per dipingere la vista della Torre della Moschea di Koutoubia con sullo sfondo la catena montuosa dell’Atlante.

Churchill considerò questo paesaggio “qualcosa al di sopra di tutto quello che avessi fatto fino ad allora”.

Nick Orchard specialista di Christie’s concorda in questo affermando che Churchill in quest’opera utilizzò gli effetti di luce brillantemente. Si possono vedere le ombre marcate del tardo pomeriggio e il senso di movimento nelle piccole figure che camminano verso il cancello d’entrata alla città dopo una lunga giornata.

Il quadro fu donato da Winston Churchill a Roosevelt il 30 gennaio 1943 per il suo compleanno.

Come ha commentato Orchard questo rappresenta il punto più alto della diplomazia di Churchill nel suo senso più personale e intenso. Questo non è solo un regalo tra leaders ma rappresenta molto di più con quel sottile potere di rafforzare una vera amicizia e cementare quell’alleanza con gli Stati Uniti che continua ancora oggigiorno.

Nella sua vita Churchill produsse più di 530 dipinti, pochi furono donati dallo stesso Churchill come regali a famigliari e ad amici, e quasi tutti rimasero in possesso di Lady Churchill dopo la sua morte nel 1965.

Nonostante Churchill fosse egocentrico e arrogante nella sua carriera politica e di scrittore in quella pittorica mostrava una certa umiltà definendosi un pittore del weekend e delle vacanze non avendo l’ambizione di fare capolavori ma di essere felice a girare con una scatola di colori.

Churchill considerava la pittura una sfera privata che poteva realizzare in intera solitudine e in silenzio.

Molti sono i dipinti che raffigurano le sue proprietà come gli esterni della sua preferita Chartwell o i lussuosi interni di Blenheim Palace.

Winston Churchill, Vista di Chartwell, 1938, National Trust Chartwell
Winston Churchill, Arazzi nel Palazzo di Blenheim, c.1928, National Trust Chartwell

Questi erano anche luoghi dove poteva raffigurare membri della sua famiglia come il figlio Randolph seduto a leggere sotto un porticato o coglier piccoli momenti importanti famigliari come nell’opera Mary’s first Speech (il primo discorso di Maria) dove la piccola di famiglia fa un discorso sulla prima pietra posata per la costruzione della sua casetta dei giochi nel giardino di Chartwell.

Winston Churchill, Randolph Churchill seduto a leggere sotto un porticato, 1920's, National Trust Chartwell
Winston Churchill, Mary's first Speech (il primo discorso di Maria), 1928, National Trust Chartwell
La casa dei giochi di Mary (Marycot) at Chartwell, 1928

Non sono molti i ritratti eseguiti da Churchill che furono più utilizzati per sperimentare tecniche nuove con l’uso della fotografia o la griglia da disegno. Realizzò solo un suo autoritratto seguendo la tecnica di Sir John Lavery mettendo la figura molto illuminata al centro di uno sfondo scuro.

Winston Churchill, autoritratto, 1919-1920, National Trust, Chartwell

Questo autoritratto è anche la metafora della personale incertezza del momento di un uomo che cercava di ricostruire la sua carriera politica e dall’oscurità si intravede la luce di speranza.

Churchill godeva dei colori brillanti e di quell’esuberanza che gli era permessa soprattutto nei paesaggi.

Le sue opere sono come un diario di viaggio che documentano i suoi spostamenti per questo vengono definite pitture di viaggio. Dalle Piramidi in Egitto, ai soggiorni in Italia a Roma o Venezia alla riviera francese molto amata per la forza dei suoi colori dove dipinse paesaggi marittimi, villaggi e interni di ville.

Winston Churchill, Il Foro romano con l’arco di Constantino, 1926, National Trust Chartwell
Winston Churchill, vista di Venezia, 1925

Winston Churchill, villa in Riviera
Winston Churchill, Rocce vicino a Cannes, ca 1935
Winston Churchill, Barche a remi ormeggiate di fianco al molo, c. 1933, National Trust, Chartwell

Alla metà degli anni 30 scoprì il piacere di dipingere e soggiornare a Marrakesh che continuò a visitare fino agli anni 50. Churchill amava il caldo, i tramonti, i giardini, le palme e la vista della catena Atlante che dipinse in molti dei suoi quadri.

Winston Churchill, Valle dell'Ourika vicino a Marrakesh, 1947, collezioneprivata
Winston Churchill, mercato a Marrakesh

Winston Churchill, La Mosche a Marrakesh,1948, National Trust Chartwell

Nel 1947 Churchill adottò un altro pseudonimo Mr Winter e mandò alcuni quadri alla Royal Academy.

Due quadri furono accettati e successivamente gli fu dato il titolo di accademico Honorary Academician Extraordinary, un’eccezione per un pittore amatoriale.

Il rinomato pittore Sir Oswald Birley dichiarò: “Se Churchill avesse dato lo stesso tempo all’arte che ha dedicato alla politica, sarebbe diventato senza ombra di dubbio uno dei più grandi pittori mondiali”.




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