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La Red House: William Morris e la nascita dell’Art and Craft

Immagine del redattore: Romina RossoRomina Rosso

The Red House- esterno, ph. Romina Rosso

Se mi fosse stato chiesto di dire quale è la più importante produzione dell’Arte e quella che dura di più nel tempo, dovrei rispondere, una bella casa" ,William Morris 1892.

Nel 1853, William Morris si iscrisse all’Exeter College in Oxford e strinse una forte amicizia con un altro studente Edward Burne-Jones. Entrambi rimasero folgorati dalla bellezza degli edifici medioevali di Oxford, ed influenzati dal saggio sulla natura dell’architettura Gotica contenuta nel secondo volume delle Pietre di Venezia (The Stone of Venice) del critico d’arte John Ruskin.

Per questo decisero di compiere un viaggio in Francia nel 1855, per ammirare le grandi cattedrali gotiche, ed entrambi conclusero che volevano dedicare le loro vite all’arte. Nel 1856 Morris si unì come stagista nello studio di Oxford dell’architetto George Edmund Street, figura chiave del Gothic Revival e famoso per avere costruito il Palazzo di Giustizia in stile gotico a Londra (Royal Courts of Justice). Nello studio Morris stringe una profonda amicizia che sarà fondamentale per la sua futura carriera artistica con l’architetto Philip Webb.

Nello stesso anno conobbe il pittore preraffaellita Dante Gabriel Rossetti, che lo incoraggiò a lasciare l’architettura per la pittura, ed insieme all’amico Burne-Jones si trasferisce a Londra ed aprì uno studio pittorico in Red Lion Square.

William Morris, La Belle Iseult, 1858, Tate, Londra

Rossetti richiamò i due pittori per la decorazione della sala dei dibattiti della Oxford Union che doveva essere decorata con soggetti arturiani. Il contributo tecnico e artistico di Morris, in questo progetto, fu un fallimento, ma ebbe modo di conoscere la sua futura moglie Jane Burden, scelta da Rossetti come modella per i soggetti degli affreschi. Morris decise di raffigurala come la Bella Isotta (La Belle Iseult), amata da Tristano, ma ebbe problemi a esprimere i suoi sentimenti per Jane nella vita reale ed in pittura, e dietro la tela scrisse “Non posso dipingerti, ma ti amo”. 

Dopo quest’opera decise di lasciare la pittura anche perché questo quadro mostrò esattamente dove risiedeva il suo reale talento, che non era come pittore, ma come designer. L’esperienza di Oxford anche se fallimentare gli diede l’idea di un gruppo di talentuosi artisti che uniscono la loro creatività e questo sarà fondamentale per il suo futuro progetto: la costruzione della sua casa la Red House.

William Morris, si sposò con Jane nel 1859, e scelse per la sua casa un terreno nel villaggio di Upton (oggi incluso in Bexleyheath) pieno di storia, in quanto era sulla via usata dai pellegrini per la Cattedrale di Canterbury, come riportato anche da Chaucer nei racconti di Canterbury, uno dei suoi scrittori preferiti.

Per il lavoro incaricò il suo amico Philip Webb per un totale di £4000 sterline. Morris e Webb viaggiarono durante l’estate in Francia lungo la Senna tra Parigi e Rouen per schizzare edifici medioevali.

Per Webb la Red House fu il primo vero progetto da architetto indipendente e doveva rispettare le volontà di Morris, di creare uno spazio per la sua famiglia ma anche per il suo circolo di amici artisti.

Il risultato è la complessa fusione dell’utopia romantica di Morris con la praticità di Webb come riconobbe anche Rossetti: “è più una poesia che una casa…ma è anche un’ammirevole posto per vivere”.

Webb decise di rigettare lo stile decorativo ed architettonico in voga del periodo, fatto di sfarzosi revival stilistici di differenti epoche, e si concentrò su quella che è definita l’architettura vernacolare britannica, uno stile regionale che si basa su materiali naturali locali.

La Red House è un edificio che enfatizza i suoi materiali naturali quasi se fosse uscita dal paesaggio. 

Pittoresco ed asimmetrico l’edificio incarna un forte mix tra le tecniche di costruzione tradizionali e lo stile medioevale, che include mattoni rossi, tetto spiovente, alti camini e finestre e porte a sesto acuto.

La Red House rigetta anche la convenzione vittoriana, riguardante l’organizzazione degli spazi interni, come si può vedere dalla sua peculiare forma esteriore: l’edificio a due piani con una forma ad L che si incastona intorno al giardino e alla fontana dal tetto conico.

Gli edifici di Webb sono pratici e informali, più adatti a una famiglia rispetto al tradizionale stile Vittoriano, dando più spazio alla sala da pranzo (dining room) e al salone (drawing room).

I suoi generosi spazi sono facilmente interconnessi, creando una nuova versione rilassante dello spazio domestico.

Morris incapace di trovare arredi, che soddisfacessero il suo gusto, decise di crearseli da sé con l’aiuto della cerchia di amici artisti: Webb realizzò i mobili e i servizi da tavola in stile gotico, Jane Morris e sua sorella le decorazioni a ricamo, Burne-Jones, Rossetti e Elizabeth Siddal le decorazioni pittoriche.

Questa cooperazione artistica e creativa portò nel 1861 alla formazione della Morris, Marshall, Faulkner & Co. , detta 'The Firm',  e alla nascita del design artigianale e seriale noto come Art and Craft.

Il giardino di fiori della Red House, Londra | © National Trust Images/Chris Davie

Quando uno giunge alla Red House, la prima cosa che nota è il giardino anche se quello attuale non corrisponde più al design di Morris che si può ravvisare solo in alcuni quadri di Burne-Jones.

Dall’inizio del progetto,Webb progettò la casa in unità con il giardino nel tentativo di preservane i frutteti preesistenti di mele, ciliegie e le querce, frassini, tassi, noccioli e agrifogli.

Webb creò delle zone graticolati per piante rampicanti come rose, gelsomino e madreselva. Morris fu molto affascinato dalle piante del suo giardino che lo ispirarono per il suo primo design per carta da parati intitolata Trellis del 1862.

The Red House, Philip Webb and William Morris, credenza, ph Romina Rosso

Il primo ambiente, che si incontra entrando dalla porta in stile medioevale, è l’ingresso. Nel progetto di Webb e Morris i mobili incorporati contrastavano con muri bianchi ed i camini in nudo mattone rosso.

Oggi alle pareti ci sono tappezzerie di Morris, aggiunte dai successori proprietari della casa, ma rimane una credenza realizzata da Webb e dipinta da Morris con una scena non finita tratta da Malory rappresentante Sir Lancillotto che porta Tristano e La Bella Isotta nel Joyous Gard. Include il ritratto di Jane sulla sinistra e di Burne-Jones che da una ciliegia a sua moglie Georgiana sulla destra.

Sulla sinistra si trova un piccolo corridoio con finestre decorate da Burne- Jones con i temi di Amore in rosso e Fato in verde con la ruota della fortuna, circondati da uccelli stilizzati e fiori realizzati da Webb seguendo esempi del XV secolo. Le decorazioni vitree di Burne-Jones diventeranno un punto chiave della produzione di Morris &Co. Il corridoio porta ad un portico che da sul giardino chiamato il Riposo del Pellegrino.

The Red House, Edward Burne-Jones, Fato, ph Romina Rosso
The Red House, Edward Burne-Jones, Amore ph Romina Rosso

Sulla destra si trova la sala da pranzo, col camino in mattoni decorato da piastrelle di Delft bianche e blu, con scene tradizionali olandesi di vita quotidiana. Nella sala figura una credenza in stile gotico disegnata da Webb dipinta e laccata in un colore rosso “sangue di drago”.

The Red House, Philip Webbe, scala, ph Romina Rosso



The Red House, William Morris, soffitto decorato della scala, ph Romina Rosso





La scalinata, rappresenta il centro principale della casa, illuminata da due lati da finestre si eleva quasi fino al tetto. Le scale sono realizzate in legno di quercia con pilastrini terminanti in guglie medioevali. Il soffitto ha un’innovativa decorazione geometrica con due differenti pattern.

Nel progetto originale le scale dovevano essere dipinte con scene della Guerra di Troia, mai realizzate da Burne-Jones.

Al piano superiore la sala più importante è la drawing room il salone principale con soffitto a sezione poligonale, che era originariamente decorato con fogliame e fiori geometrici.

Al centro della sala si trova un immenso camino a mattoni rossi, forse ispirato da quelli visti nei castelli francesi, in cima al camino si trova il motto “Ars longa vita brevis” (L’arte è duratura la vita è breve). Il mobile che attira l’attenzione è un’immensa panca con credenza dipinta originalmente in bordeaux, che conservava tre scomparti dipinti da Rossetti, oggi conservati in vari musei, due dei quali come regali di nozze e raffiguranti scene dantesche: al centro Dantis Amor, Il Saluto di Beatrice in Firenze e il Saluto di Beatrice nel giardino dell’Eden.

Dante Gabriel Rossetti, Dantis Amor, 1860, Tate London
Dante Gabriel Rossetti,Il Saluto di Beatrice in Firenze e il Saluto di Beatrice nel giardino dell’Eden,1859, Galleria Nazionale del Canada, Ottawa

Sulle pareti, Morris commissionò a Burne-Jones, sette affreschi basati sul romanzo medioevale di Sir Degrevaunt, pubblicato nel 1844. Burne-Jones ne completò solo tre nel 1860: Il Matrimonio, la Processione matrimoniale, il Banchetto matrimoniale. Nell’ultima scena gli sposi sono Morris e sua moglie Jane.

The Red House, Edward Burne-Jones,Processione matrimoniale, 1860, ph Romina Rosso
The Red House, Edward Burne-Jones,il Banchetto matrimoniale., 1860, ph Romina Rosso
The Red House, Edward Burne-Jones,il Matrimonio, 1860, ph Romina Rosso

La camera da letto di Morris era la stanza più decorata con una tappezzeria blu di serge ricamata da Jane e sua sorella Bessie, con un tema di margherite tratta da una miniatura medioevale trovata nella British Library.

Nella stanza si trovava l’armadio denominato Chaucer, realizzato da Webb e decorato da Burne-Jones con scene tratte dal Racconto della madre Priora di Chaucer.

Nel 1950 furono ritrovati frammenti di affreschi attribuiti A Elizabeth Siddal, moglie di Rossetti, dipinti nel 1861, un anno prima del suo suicidio

The Red House, Elizabeth Siddal, affreschi, 1860, ph Romina Rosso
The Red House, dettaglio finestra, ph Romina Rosso

Dopo questa sala passando per un corridoio si trovano le oeil-de-boeuf window decorate con temi floreali e il motto di Morris Si je puis.

L’ultima sala del primo piano è uno spazioso e luminoso ambiente che venne utilizzato da Morris come studio.

In esso si può ammirare un pannello ricamato raffigurante Afrodite disegnato da Morris e realizzato probabilmente dalla cognata Bessie Burden tra il 1859-1866. Era uno dei 12 soggetti femminili tratti dal poema di Chaucer, La leggenda delle donne eccellenti, che dovevano decorare la sala da pranzo ma mai completato.

La Red House venne abitata dalla famiglia Morris per cinque anni, ospitando in modo bohemian il circolo di amici artisti. La società di design di Morris stava iniziando ad avere molto successo ed i lunghi viaggi da Upton a Londra, sede dove si svolgevano gli affari e le commissioni, stavano rovinando la sua fragile salute.

Nel 1865 Morris abbandonò la Red House, l’unica casa che costruì e possedette, e con questo il suo sogno di creare una comunità di artisti che vivevano e lavoravano insieme ma il sogno rimase nel cuore del movimento Art and Craft che lui inspirò.





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