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  • Immagine del redattoreRomina Rosso

Sutton Hoo: il mistero della nave sepolta


Sutton Hoo, scavi della Nave funebre, 1939

Recentemente Netflix ha lanciato il film archeologico “The Dig” (“La Nave sepolta”), che racconta la storia dietro agli scavi di Sutton Hoo, considerato il più grande tesoro mai scoperto in Gran Bretagna.

Sutton Hoo è un’area archeologica vicino al fiume Deben, nella zona di Woodbridge nel Suffolk, in Inghilterra.

Il terreno era di proprietà di Edith May Pretty, figlia di un ricco imprenditore del gas, che dopo il suo matrimonio con Frank Pretty, comprò i 213 ettari (526 acri) di Sutton Hoo inclusa anche la villa Sutton Hoo House.

Dopo la morte del marito nel 1934, Edith Pretty sviluppò un interesse nello scavare i 18 tumuli funerari che si trovano a nord-est della villa Sutton Hoo House (o Tranmer House).

Edith Pretty venne a contatto con gli scavi archeologici nella sua giovinezza attraverso i suoi viaggi in Egitto e in Grecia. Inoltre Archibald Sayce, zio egittologo della sua amica Florence Sayce, e suo padre scavarono in un’abbazia cistercense vicino alla loro casa a Vale Royal, una casa di campagna vicino a Whitegate nello Cheshire.

Edith discusse la possibilità di uno scavo con Vincent B. Redstone, membro dell’Istituto archeologico del Suffolk, e con Guy Maynard curatore del museo di Ipswich.

Dopo il loro consiglio, assunse Basil Brown un archeologo autodidatta del Suffolk per scavare i tumuli con due campagne di scavi nel 1938 e nel 1939. Basil Brown era anche astronomo e aveva studiato geografia e geologia, Latino, Greco antico, francese, tedesco e spagnolo. Brown scoprì in Suffolk edifici medioevali, identificò insediamenti romani, rintracciò antiche vie e lavorava a contratto con il Museo di Ipswich.

Brown, nel primo scavo a Sutton Hoo con l’aiuto dei lavoratori di Pretty scavò tre tumuli, scoprendo che erano sepolture funerarie che mostravano segni che erano state depredate durante il medioevo.

In questo primo scavo dei tumuli 2,3,4 Brown trovò alcune ceramiche sassoni e alcuni rivetti appartenenti a una barca, conservata a metà, simili a quelli trovati negli scavi di Snape, il primo luogo in Inghilterra con i resti di una completa nave funeraria Anglosassone.

Sutton Hoo, Edith Pretty osservando il procedimento degli scavi, 1939

Sutton Hoo, Basil Brown al lavoro nello scavo, 1939


L’8 maggio 1939, durante il secondo scavo, Brown iniziò a scavare il tumulo 1, il più grande, assistito dal giardiniere John Jacobs e dal guardiacaccia William Spooner.

Come per il primo scavo, Brown usò un compasso e un filo per delineare la fine del tumulo e aprire una stretta trincea intorno al tumulo. L’11 maggio scoprì altri rivetti di metallo che erano simili ma più grandi di quelli trovati nel tumulo 2, che suggerivano un più grande vascello rispetto alla barca trovata in precedenza. Brown pedalò fino a Ipswich per riportare la scoperta a Maynard, che lo avvisò di procedere con cautela nello scoprire l’impronta della nave, che aveva sostituito il legno, e i suoi rivetti. Brown scoprì l’impronta lasciata sulla sabbia da una nave lunga 27 metri e databile al VII secolo d. C., la più grande nave funeraria Anglosassone mai scoperta.

Si riscontrarono anche segni di furto che si fermarono prima di arrivare alla camera sepolcrale. Basando le loro conoscenze sulle navi funerarie norvegesi, Brown e Maynard dedussero che ci fosse un tetto che coprisse la camera sepolcrale. Realizzando la potenziale grandezza della scoperta, Maynard raccomandò a Pretty di coinvolgere il dipartimento di antichità del British Museum. Pretty obbiettò per paura di una sospensione indefinita degli scavi, ma né Brown né Maynard erano volenterosi a proseguire.

Charles Phillips dell’Università di Cambridge prese l’incarico degli scavi l’11 luglio, e formò un team che includeva W. F. Grimes, O. G. S. Crawford, Stuart e Peggy Piggot. Il 21 luglio Peggy Piggot scoprì i primi segni di quello che successivamente sarebbe risultato la scoperta di 263 oggetti, la più ricca e intatta tomba di alto Medioevo in Europa con una camera sepolcrale piena di stupefacenti ricchezze.

Possibile ricostruzione della camera sepolcrale nel Tumulo1 di Sutton Hoo, British Museum Londra (© The Trustees of the British Museum)

Dal momento che lo scavo fu effettuato durante la Seconda Guerra Mondiale, per evitare minacce e danni agli oggetti ritrovati questi furono spediti a Londra per essere custoditi al sicuro e vennero nascosti nei sotterranei della metropolitana di Aldwych.

Il 14 agosto Brown presenziò ad un’inchiesta sul ritrovamento che si concluse con la dichiarazione che tutti i ritrovamenti appartenevano a Edith Pretty. Pretty decise di lasciare il tesoro al British Museum come dono alla nazione, cosicché il significato e l’emozione della sua scoperta potesse essere pubblicamente condivisa. Oggigiorno gli oggetti sono esposti nella stanza numero 41 nella galleria dedicata a Sutton Hoo e all’Europa, 300 a.c-1100 d.C., nel British Museum di Londra.

Il tesoro della camera sepolcrale conteneva una collezione di gioielli e altre regalie contenenti

Sutton Hoo scettro, British Museum Londra

ciotole d’argento, bicchieri a forma di nave, vestiti e armi. Un oggetto inusuale era un largo scettro dalla forma di una pietra per affilare che non mostrava segni di un precedente uso come strumento. È stato suggerito che potesse essere uno simbolo della carica del Bretwalda, titolo nobiliare anglosassone, che venne forse usato da alcuni dei monarchi dei reami d'Inghilterra. Un’altra curiosità è che la tomba conteneva sia simboli cristiani sia pagani.

La ricchezza degli oggetti, sia quelli personali che quelli che denotavano l’autorità dell’individuo morto, suggeriscono che la persona dovesse essere connessa con la corte reale.

Nave funerarie erano rare nell’Inghilterra Anglosassone, probabilmente riservate alle persone più importanti nella società a cui veniva riservato un immenso cerimoniale funebre. Lo sforzo e la manodopera per posizionare la nave nel luogo prescelto è rimarcabile perché questo richiedeva di trascinare la nave dalle rive del fiume Deben, scavare un gran fosso, tagliare gli alberi per costruire la camera sepolcrale, arredarla con ricchi tessuti e alzare un tumulo alto abbastanza da essere visto dal fiume.

Sfortunatamente non si potrà mai conoscere l’identità della persona che è stata sepolta. Quando fu aperta la camera sepolcrale nel 1939 non rimanevano più tracce di un corpo umano probabilmente assorbito dagli acidi del terreno ma è rimasta il negativo del corpo tra i tesori a lui dedicati. Vi è una diatriba riguardante l’identità della persona per la quale il tumulo fu costruito.

Doveva essere un uomo e un re, tomba di un convertito al cristianesimo ma con successori pagani costruita intorno al VII secolo d.C.

Dopo l’abbandono romano del sud dell’Inghilterra dopo il 410, tribù germaniche come gli Angli e i Sassoni iniziarono a insediarsi nella parte sud-est dell’Isola. La East Anglia è una zona riferita dagli studiosi come un’area dove questi insediamenti furono precoci e densi e il nome dell’area deriva dagli Angli. Durante questo periodo, il sud dell’Inghilterra venne diviso in un numero di regni piccoli e indipendenti.

Per datare Sutton Hoo gli archeologi usarono le 37 monete merovinge trovate nella camera sepolcrale che attribuiscono una data intorno agli anni venti del seicento. La datazione delle monete ha anche favorito l’idea che la persona sepolta dovesse essere Rædwald, re dell’East Anglia. Dettagli sul regno di Rædwald sono scarsi, soprattutto perché l’invasione vichinga del IX secolo distrusse i monasteri dell’East Anglia dove molti documenti erano conservati.

Bruce-Mitford ha suggerito che la presenza di ciotole e cucchiai nel tesoro si addicesse perfettamente con la testimonianza di Bede sulla conversione cristiana di Rædwald, in quanto i cucchiai sono un simbolo della conversione e le ciotole hanno un significato cristiano.

Per altri studiosi la persona potrebbe essere un re Sassone come Saeberht (or Saba un diminutivo del suo nome), nome che contiene le parole “mare” e “luminoso” che avevano una diretta connessione con la nave e il mare.

Il regno di Saeberht era strettamente connesso con il regno del Kent, dove c’erano legami con la Francia e la famiglia reale dei Merovingi, attraverso il matrimonio dello zio con Bertha, una principessa merovingia e cristiana. Saeberht fu battezzato nel 604 con l’influenza di suo zio e questo spiegherebbe la presenza di oggetti cristiani. Saeberht ebbe tre figli e questo spiegherebbe alcuni doni funebri che sono ripetuti tre volte come le tre lance, i tre calderoni, i tre secchi e le tre ciotole con manico.

Probabilmente il tumulo 2 rappresenta la tomba di uno dei tre figli, Saeward ('Seaward'), che fu ucciso solo alcuni anni dopo suo padre.

Rimane molto difficile al momento identificare il re ma in futuro con più ricerche sui cimiteri della zona e dell’area di Ipswich altri dati potrebbero essere scoperti.

Ci sono altri punti interessanti sulla connessione e gli scambi tra i regni e luoghi distanti.

La nave funebre ha immediate connessioni con il mondo dell’antico poema inglese Beowulf.

Il poema è in parte ambientato a Götaland nel sud della Svezia, che ha paralleli archeologici in alcuni ritrovamenti con quelli di Sutton Hoo come la nave funebre, l’elmo, la spada, lo scudo e i calici a forma di corno.

Certi oggetti possono essere oggetti di scambio commerciale, di cui la grande distanza geografica di distribuzione sottolinea l’estensione degli scambi.

Ci sono connessioni con il continente: lussuose coppe con manici provenienti dall’Egitto, argenteria proveniente da Bisanzio, lussuosi tessuti e accessori d’oro decorati con granato, pietra rossa proveniente dallo Sri Lanka. Tutti questi oggetti sono scambi commerciali che si muovevano nei fiumi europei probabilmente attraverso l’influenza della corte Merovingia.

Sutton Hoo Elmo, British Museum Londra, (© The Trustees of the British Museum)

The Sutton Hoo Helmet, replica, National Trust



Nel tesoro, uno degli oggetti più importanti è l’elmo di Sutton Hoo. L’iconico elmo di Sutton Hoo era avvolto in un tessuto e posto nella parte sinistra vicino alla testa del defunto.

È un pezzo straordinario di maestria, funzionale e bello, con un coppo, un profondo guanciale e una maschera. I pezzi superstiti dell’elmo sono ricomposti in una ricostruzione. Questi pezzi sono sottili lastre di lega di rame e metallo, stampati con vari motivi tra cui animali intrecciati e due con guerrieri. I motivi con i guerrieri sono conosciuti come “il guerriero danzante” e “il guerriero caduto”. Una cresta corre dal coppo e scende diritta sulla faccia a formare il naso, che è fatto di una lega di rame. La maschera ha anche i baffi e le sopracciglia. Linee granata sottolineano le sopracciglia, ma solo una presenta sullo sfondo foglie d’oro che riflettono, forse un riferimento all’unico occhio del dio Woden (Odino), che aveva sacrificato il suo occhio destro per ottenere la conoscenza cosmica. Nell’elmo la linea della bocca, del naso e delle sopracciglia forma una bestia volante.

Sutton Hoo scudo di legno, British Museum, Londra, (© The Trustees of the British Museum)

Un enorme scudo di legno era piazzato sul muro occidentale della camera sepolcrale (alla fine della camera). Questo presentava molte decorazioni, decorato con teste di animali intorno al bordo e immagini di rapaci e di dragoni. Lo scudo aveva un bordo in metallo e in lega di rame dorata, e giunzioni d’oro e di granato. È il più elaborato scudo superstite dell’Inghilterra Anglosassone. L’originale base in legno rivestita di pelle animale, non si preservò ed è stata sostituita con una moderna replica.

Un altro pezzo straordinario è il coperchio metallico di una borsa. Questo oggetto era attaccato ad una borsa di pelle che veniva collocata ad una cintura di pelle. Le monete Meronvige erano conservate al suo interno. Soltanto il coperchio sopravvisse mentre la borsa di pelle non si preservò.

Sutton Hoo Coperchio metallico di una borsa, British Museum Londra, (© The Trustees of the British Museum)

Sulla base del coperchio ci sono due decorazioni dorate traforate e montate che raffigurano un uomo con baffi tra due bestie rampanti, forse lupi. Entrami gli uomini e le bestie sono realizzate in cloisonné, con celle di foglie d’oro, e celle millefiori nella parte del torso dell’uomo e sulle giunture della zampa anteriore delle bestie. Al centro un'altra placca raffigura due rapaci con un curvo becco che attaccano una papera resi in cloisonné con celle in millefiori blue e nere sul fianco del rapace, e un anello blu intorno all’occhio. Sulla parte superiore del coperchio ci sono quattro placche decorate geometricamente in cloisonné.

Sutton Hoo fibbia della cintura d'oro, British Museum Londra, (© The Trustees of the British Museum)

La bellissima fibbia della cintura d’oro, è intagliata da decorazioni. La parte superiore è completamente ricoperta con linee zoomorfe, le decorazioni realizzate in piccoli cerchi e intarsi (eccetto per i nodi) sono in niello. Situati dall’altra parte del capo alla punta della fibbia, due animali stringono una piccola creatura nelle loro mascelle aperte, dall’altra parte più piccoli ci sono due teste di uccelli con becchi curvi.

Sutton Hoo fermaglio da spalla d'oro (o fibula), British Museum London, (© The Trustees of the British Museum)

Un fermaglio da spalla d’oro (o fibula) è decorato con linee di cloisonné e vetro.

Il fermaglio è diviso in due parti rettangolari con un meccanismo che li unisce insieme. Le parti rettangolari sono decorate con un pannello centrale diviso in 15 celle decorate alternativamente con linee e millefiori e bordate d’oro. Il pannello centrale è decorato con bestie intrecciate da linee e con occhi di vetro blu.

Questi oggetti erano prodotti da una società che disponeva i suoi modesti guadagni nella cura personale, che aveva artigiani e gioiellieri di alta qualità, e nei quali la proprietà di una fibbia di cintura o di un fermaglio era un simbolo di status sociale.

L’area archeologica di Sutton Hoo è importante per il contenuto dei suoi tesori e per la vastità del luogo.

Questa scoperta ha permesso di riscrivere il nostro conoscimento di un periodo che è stato incompreso.

Il periodo dopo l’abbandono Romano è considerato come il momento nel quale la Gran Bretagna entrò nei secoli bui del medioevo, dove la civiltà in tutti i suoi aspetti decadette.

La scoperta di Sutton Hoo lo smentisce completamente.

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