Il cosiddetto “Portone del Melograno, è un portone di un palazzo in stile Art Nouveau sito in Torino, via Argentero 4 nel quartiere di San Salvario. Il portone prende il nome dalla sua decorazione in ferro battuto che raffigura due alberi di melograno pieni di foglie e frutti racchiusi in una cornice naturalistica a coda di pavone.
Il melograno è un frutto con diversi significati in diversi paesi e culture rappresentando: bellezza, amore, matrimonio, fertilità, nascita, rinascita, speranza ed eternità.
Il portone originariamente era monocromo ma recentemente dopo un restauro furono colorati i frutti con un vivido color rosso, le foglie di verde e la lamiera di un verde turchese (verderame), mentre la cornice è stata dipinta a finto legno.
Il Portone del Melograno fu ideato nel 1907 dall’architetto Pietro Fenoglio.
Pietro Fenoglio si stabilì per la sua cospicua attività di ingegnere e architetto e fu considerato uno dei più importanti pionieri dell’Art Nouveau a Torino.
Art Nouveau è un termine francese, che letteralmente tradotto, significa “arte nuova”. Fu un movimento artistico nato in risposta alla dominanza stilistica del classicismo architettonico nelle sue rigide strutture nel XIX secolo.
Gli ideatori pensarono di innalzare le arti decorative allo stesso livello delle Belle Arti in termini di rispetto e reverenza.
Fu lo stile che fu più popolare nella “Belle Époque”, un periodo compreso tra il 1890 e il 1910, e che prese diversi nomi nei diversi paesi europei: Art Nouveau, Modern Style, Liberty, Floreale, Jugendstil e Modernismo. Queste forme nazionali hanno specifiche qualità che caratterizzano lo stile nelle diverse aree.
L’Art Nouveau fu uno stile con un forte credo nel futuro, utilizzò nuove tecniche e materiali come larghe superfici vitree, ferro battuto e l’acciaio. Lo stile si ispirava alla natura e si rifiutava di copiare gli stili antichi con la convinzione che la creatività e l’artigianato fossero molto più di valore che la produzione di massa.
Lo stile era caratterizzato da linee fluttuanti, da motivi organici (ispirati alla natura) e i designer crearono il motivo a “frusta” formato da linee dinamiche, ondulate in un ritmo sincopato.
Il motivo a “frusta” fu inserito nelle decorazioni ad arco e in quelle naturalistiche.
Inserire nelle architetture il ferro battuto e i vetri decorati accentuava gli esterni degli edifici evocando un senso di movimento e di vita.
I colori sono pacati, e mescolano delicate pennellate con contorni pesanti e marcati.
Il nuovo stile influenzò l’Italia intera, incominciando dal Piemonte e coinvolgendo varie arti applicate e artigianali con principale sbocco l’architettura.
Gli architetti furono influenzati dai loro colleghi parigini e belgi (come Hector Guimard e Victor Horta), trasformando Torino in uno dei più grandi esempi di questo stile in Italia, non senza aggiungere qualche incursione ecclettica e déco.
Torino per questo fu definita “la capitale italiana del Liberty” con così numerose testimonianze architettoniche che sono possibili ammirare oggigiorno in giro per la città.
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