Sono presenti diversi movimenti nell’arte contemporanea russa e uno di questi è il movimento simbolista.
Fiorito tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, il simbolismo aspira a trasmettere nell’arte una conoscenza intuitiva in diverse realtà come i sogni, le fantasticherie, la memoria, le favole, le leggende o le realtà di mondi superiori.
Il simbolismo russo si estende su tre generazioni dal 1890 fino al secondo decennio del ventesimo secolo.
I più importanti artisti della prima generazione furono Alexandre Benois (1870-1960) e Konstantin Somov (1869 –1939). Il dipingere era puramente un’esperienza estetica per questi artisti, dal momento che lavoravano per creare un umore o un’emozione attraverso il loro uso del colore e gli elementi tradizionali del simbolismo. Altri due artisti importanti del simbolismo con carriere che si svolgono tra la prima e la seconda generazione sono Mikhail Vrubel (1856-1910) e Mikhail Nesterov (1863-1942). Questi due pittori furono i primi a incorporare temi mistici, che sarebbero diventati il simbolo della seconda e terza generazione di pittori russi simbolisti. Entrambi Vrubel e Nesterov svilupparono una serie di dipinti basati sulle favole russe, che divennero molto popolari tra la popolazione russa. Nesterov era particolarmente interessato alla vita religiosa della vecchia Russia e cominciò a esplorare leggende religiose alla ricerca dell’ideale religioso russo.
Arte con il suo motto “La bellezza salverà il mondo”, stava di nuovo aspirando alla bellezza.
Come altri paesi in Europa, la Russia stava cercando quell’unica bellezza e stile nazionale con radici antiche che portavano fino al Medioevo e alla tradizionale arte folcloristica.
Il simbolismo si rifaceva a differenti stili come l’impressionismo o il classicismo. Gli elementi impressionistici dell’aria e della luce erano specialmente adatti per la rappresentazione delle diverse, volatili e misteriose realtà come la più alta realtà del mondo trascendentale o i confini della psiche (come i sogni, le memorie o le visioni) o le atmosfere surreali dei miti, delle favole o delle leggende. Realizzare miti era uno dei principali obiettivi dei simbolisti, come il poeta Fyodor Sologub disse: “Ho preso una vita grezza e sporca e ne ho fatto una leggenda, dal momento che sono un poeta”.
Anche il simbolismo europeo ebbe un forte impatto sulla sua controparte russa. Entrambi hanno le stesse origini, includendo principalmente l’arte del Quattrocento con pittori come Fra Angelico, Giotto e Botticelli, pittori Preraffaelliti come William Holman Hunt, Dante Gabriel Rossetti, John Everett Millais, e specialmente “il padre del simbolismo” il pittore francese Pierre Puvis de Chavannes. I maestri russi erano attratti da quei pittori europei che avevano una visione del mondo che si avvicinava di più alla mentalità russa di purezza, ingenuità, sincerità e lirismo.
Uno speciale movimento Mir Iskusstva nacque nella città che all’epoca era la capitale degli zar di Russia e del successivo impero russo: San Pietroburgo.
Il Mir Iskusstva (conosciuto in Europa come il Mondo dell’Arte) era sia un movimento artistico sia una rivista d’arte che fu attiva per sei anni tra il 1898 e il 1904. Questo movimento artistico fu fondato dal 1898 da un gruppo di studenti dell’Accademia Imperiale di San Pietroburgo. Questi studenti includevano: Alexandre Benois, Konstantin Somov, Dmitry Filosofov, Léon Bakst and Eugene Lansere.
Gli scopi di questo movimento erano due: primo era sottolineare lo scarso livello artistico dei loro predecessori i realisti Peredvižniki; secondo i membri volevano unificare in un unico nucleo tutti i pittori Neo-romantici.
I soggetti di particolare interesse per questi artisti erano il carnevale, i sogni e le favole.
L’idea era di creare il concetto dell’arte come un’esperienza magica. Portarono la loro attenzione all’estravagante arte rococò francese del XVII secolo e al periodo russo di Caterina la Grande, dove erano esistite grandi feste in maschera.
Questo stile è seguito da artisti russi contemporanei, uno dei migliori esempi è nell’arte di Olga Suvorova.
L’artista nacque a Leningrado nel 1966 ed è una delle rappresentanti della dinastia dei pittori Suvorov, che includono tre generazioni di artisti di San Pietroburgo: il rinomato artista della RSFS Igor Suvorov (suo padre) con lavori presenti nel teatro e nei musei di San Pietroburgo, Natalia (sua madre) acquarellista con lavori in diversi musei in Russia e negli ex paesi sovietici e Ekaterina (sua figlia) restauratrice nel Hermitage e pittrice.
Nel 1998 Olga Suvorova si diplomò dall’Accademia delle Arti di San Pietroburgo chiamata Ilya Repin, il laboratorio di A Mylnikov.
Olga Suvorova ha creato il suo personale stile di pittura storica in costume dipingendo personaggi negli stili di vari periodi dal Rinascimento al Rococò. I suoi lavori richiamano il popolare movimento artistico nato a San Pietroburgo nel XX secolo, Mir Iskusstva (il Mondo dell’Arte) che si ispirava all’arte e alla cultura del XVIII secolo.
Il nucleo centrale e più importante del suo lavoro sono i costumi in seta sgargianti e vistosi che richiamano l’estravaganza delle maschere veneziane o dell’opera come possiamo vedere in opere quali La Danza, Musica o L’Attesa.
Per i suoi costumi Olga Suvorova si ispirò all’artista del Mir Iskusstva Leon Bakst, specialmente nei suoi schizzi per i costumi teatrali. Olga utilizza anche molto oro come Gustav Klimt che lei ammira per la sua capacità di interazione nell’uso del color oro e le immagini caratteristiche di specifici individui come nel ritratto di Adele Bloch Bauer.
Molti dei suoi dipinti sono autoritratti dell’artista con a fianco un giovane ragazzo che è suo figlio.
La grande influenza nelle sue opere deriva anche dai Preraffaelliti e dal grande livello delle loro opere.
John William Waterhouse e Edward Burne-Jones la influenzarono soprattutto nei dipinti di temi religiosi come la serie: L’Annunciazione dorata o La Regina.
In tutte le sue opere è possibile vedere la sua profonda ammirazione per la pittura rinascimentale italiana come possiamo ammirare nell’opera Teatro.
Il suo pittore italiano preferito è Botticelli, specialmente nei suoi disegni della Divina Commedia di Dante, che inspirarono l’artista a dedicagli l’opera Il Sogno di Pierot.
Le sue scene appaiono straordinarie quinte o giardini segreti, attraverso cui è possibile leggere una lieve malinconia e la profondità di pensiero. I soggetti variano, ma ogni personaggio principale dei suoi dipinti è particolare, suscita interesse e cattura l’attenzione alla scoperta di sentimenti profondi. I suoi dipinti trasudano di sensualità, emotività e contengono un enigmatico e incomprensibile mistero che affascina lo spettatore. Il tripudio di colori, dettagli di lusso, coraggio nelle scelte dei soggetti e grandi composizioni attirano raffinati intenditori di arte contemporanea in tutto il mondo.
Un altro artista molto interessante è Igor Samsonov.
Nato a in Voronezh, in Russia nel 1963. Dopo aver ottenuto una laurea in Matematica nell’università statale di Voronezh, Samsonov iniziò un lavoro in un istituto di ricerca. Benché amasse l’astrattismo matematico, ben presto si stancò dei progetti quotidiani e delle formule matematiche e capì che non poteva più a lungo reprimere il suo animo artistico in un lavoro d’ufficio che non gli piaceva. Ispirato dal fatto che Van Gogh intraprese la carriera artistica a 29 anni, Samsonov abbandonò il suo lavoro dopo un anno e si iscrisse al rinomato Istituto Ilya Repin di Pittura, Scultura e Architettura di Leningrado. Fu accettato nel 1990 ed ebbe l’opportunità di studiare con i migliori pittori russi come Oleg Eremeev, che ebbe un grande influenza su di lui.
Da Eremeev, Samsonov imparò il concetto di “arte totale”, che spiega che un’opera d’arte è più della somma delle sue parti, e deve avere lo specifico segno emozionale dell’artista. Samsonov incominciò a capire che ogni dipinto deve avere un suo significato, una identità che dice allo spettatore “questo è un Samsonov!”. Si diplomò nel 1997. Benché influenzato da Piero della Francesca, Vermeer, Bosch, Henri Rousseau, Gauguin, e Matisse, Samsonov ha sviluppato un suo proprio ed unico stile.
I suoi dipinti mostrano allo spettatore personaggi dipinti in sontuosi abiti orientali in un’atmosfera di festa come nell’opera Canzone sacra.
Nelle sue opere si percepiscono con immediatezza la maestosa solennità, dignità ed armonia, l’equilibrio compositivo e la morbida gamma di luce magistralmente adagiata sui componenti della scena.
Igor Samsonov è stato profondamente influenzato nella sua tecnica dai pittori veneziani con i loro caratteristici colori dorati e verdi.
I pittori veneziani del XV secolo però furono influenzati da due diverse culture: la bizantina e la fiammingo-olandese.
Perciò la grandezza spirituale delle icone bizantine e il naturalismo scrupoloso della scuola del nord sono stati la base per la formazione del maestro. Tuttavia l’influenza più forte l’ha avuta la pittura di Giotto, con i suoi splendidi affreschi a Padova e Assisi.
Possiamo vedere influenze di Giotto e degli artisti fiamminghi e olandesi in opere come Un uccello, un filosofo e un soldato e in Duetto.
Nell’ultima opera si può vedere anche una chiara influenza del simbolista Pierre Puvis de Chavannes.
Come i maestri italiani del Primo Rinascimento l’artista compensa la staticità delle pose e delle espressioni facciali con una precisione quasi etnografica negli abiti, nei particolari momenti della vita e dell’ambiente.
Lo possiamo vedere in opere come Anita la maga o nel ritratto di Maria con il cacatua.
Una delle caratteristiche dei lavori di Samsonov è la presenza di bizzarri e larghi cappelli nei suoi personaggi come una modernizzazione di quelli dipinti dai pittori fiamminghi.
Come per i maestri italiani del Quattrocento, un grande spazio nelle sue opere è dedicato ai soggetti della Bibbia. Molti di questi racconti biblici sono completamente trasformati nelle mani di Samsonov che crea un unico e originale stile come nei due dipinti dedicati a Salomè.
Nel primo dipinto la giovane Salomè è ignara dei piani della madre e siede in un ricco banchetto orientale. Nel secondo dipinto l’artista segue la tradizione cristiana che ritrae Salomè come una pericolosa femme fatale, specialmente per la danza menzionata nel Nuovo Testamento, che ha un elemento erotico in essa ed in alcune citazioni è denominata come la danza dei Sette veli. Nel quadro possiamo osservare l’eleganza nei movimenti di Salomè e nascosta nel suo velo rosa si intravede un piatto con la testa del Battista.
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